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Valentina Cecconi

Di frequente mi viene chiesto come gestire lo sgarro (al piano alimentare).

Ammetto che anche questo, insieme alla parola dieta è un termine che cerco di non menzionare mai ma è molto radicato nella mente delle persone.

È importante smettere di considerare occasioni in cui mangiamo di più o cose diverse come sgarri perché’ finché sarà così ci approcceremo a qualsiasi pasto “particolare” che sia il sabato sera, la domenica a pranzo o una merenda della settimana in modalità abbuffata. In certe occasioni è importante scegliere quello che ci è più gradito o quello che la specifica occasione offre (lasagna la domenica?). Non è detto che quello che ci vada di mangiare sia necessariamente una scelta salutare ma può accadere che ci serva quello in un dato momento. Se ci tratteniamo dal mangiare quello che ci piace è molto probabile che la necessità si ripresenti a poca distanza.

In corrispondenza del pasto sgarro/pasto libero è spesso frequente un periodo di restrizioni in cui magari saltiamo i pasti precedenti o quelli successivi. Questi meccanismi non ci aiutano ad imparare a gestire la nostra fame/voglia di cibo e al contrario alimentano un atteggiamento che contrappone cosa è giusto (schema alimentare) a cosa è sbagliato (sgarro-debolezza). Nella scienza dell’alimentazione sono sempre la dose e la frequenza di consumo a fare la differenza. Se uno sgarro o pasto più libero è presente non compensate restringendo o sacrificando merende e pasti né prima né dopo a meno che effettivamente non avete fame. Anche saper gestire con più naturalezza eventuali cibi “non pianificati” fa parte del percorso che permette di trovare un equilibrio.

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